Il gruppo Muay Thai Roma nasce nel 2008 dall'enorme passione di un ristretto gruppo di artisti marziali allenati con rigore e competenza tradizionali dal Kru Stefano Pitzalis, XII Khan riconosciuto a livello italiano dalla Federkombat FIKBMS Federazione Italiana KickBoxing Muay Thai Savate ShootBoxe Sambo e a livello internazionale/thailandese dalla IFMA International Federation of MuayThai Associations. Negli anni successivi questo piccolo gruppo cresce in maniera esponenziale, formando centinaia di allievi e raggiungendo numerosi ed importanti traguardi agonistici e marziali seguendo i dettami e i programmi tecnici dei più grandi maestri di quest'arte, grazie anche ai viaggi studio in Thailandia e soprattutto organizzando eventi importantissimi come gli storici seminari con grandi campioni del calibro di Saenchai, Sudsakorn, Pud Pad Noi e Superbon.
Nel nostro Kai Muay gli allenamenti seguono rigorosamente i dettami e i programmi tecnici dei più importanti maestri di quest'arte marziale. Proprio così, il Muay Thai è principalmente un'arte marziale antichissima, ma è anche in ambito più moderno uno sport da combattimento. Partendo da questo presupposto, l'allenamento non può essere sbilanciato né da una parte né dall'altra, quindi ogni sessione è composta da una fortissima componente di lavoro atletico, aerobico, di potenziamento muscolare e di condizionamento osseo, seguita poi da una serie intensissima di esercizi tecnici e tattici più tradizionali. La fusione completa ed inscindibile di questi lavori così diversi, ma anche così complementari, porta l'allievo ad avere una fortissima preparazione tecnica e marziale che non rimane fine a se stessa, ma può essere applicata con vera efficacia in ambito sia sportivo che di difesa personale.
All'interno della nostra accademia sono molti i profili che si possono sviluppare e tra questi grande prestigio portano i nostri Nak Su del settore agonistico, in continua crescita di numero e qualità. Numerosi sono i ring calcati in tutta Italia, a partire dal Thai Fight l'evento più importante al mondo, ma anche galà come il Top Level Fighters, il Fighting Spirit e molti altri. Non per ultime le partecipazioni ai Campionati Italiani Federkombat che portano sempre medaglie pesanti nel nostro palmares. Ovviamente sempre e sola vera Muay Thai a contatto pieno.
Oltre al classico lavoro settimanale, nel quale l'allievo si dedica a rafforzare il proprio fisico e la propria tecnica di base, nel nostro Kai Muay vengono organizzati, con cadenza mensile, stage di Muay Thai tradizionale che completano e potenziano enormemente il bagaglio tecnico e culturale di tutti i partecipanti. Infatti, seguendo le giornate delle Mae Mai e Look Mai, o di stili particolari come quello di Hanuman, gli allievi, oltre ad imparare le origini e la cultura alla base della nostra arte marziale, acquisiscono movimenti e tecniche fondamentali a livello di difesa personale. Inoltre, in occasione di giornate particolari come ad esempio il Nai Khanom Thom Day, vengono organizzati eventi di cerimonie e combattimenti tradizionali, nei quali gli allievi mettono a frutto tutto quello che hanno imparato durante gli allenamenti, ma soprattutto si mettono alla prova in momenti di tensione agonistica. Pietre miliari infine sono i seminari organizzati annualmente con i più grandi campioni di sempre come Saenchai, Sudsakorn, Pud Pad Noi e Superbon.
Le arti marziali antiche, tra le quali il Muay Thai, nascono in estremo oriente in epoche e culture assai lontane dalla nostra. Inizialmente, esse venivano utilizzate quasi esclusivamente nelle guerre e nelle battaglie locali che si susseguivano frequentemente. Con il passare dei secoli e con l’aumentare dei periodi di pace le arti marziali trovano nuova linfa vitale all’interno di templi, monasteri e campi di allenamento, nei quali le applicazioni principali sono la crescita fisica e spirituale di chi si dedica ad esse con impegno e sacrificio. E’ questo il momento in cui si sviluppano i principi, gli stili e le scuole di pensiero dei primi maestri che ancora oggi studiamo. Allora però, i praticanti erano una piccolissima percentuale della popolazione, in quanto il sacrificio fisico e spirituale non era alla portata di tutti. I duri allenamenti, le privazioni, la completa dedizione e la vita monacale che veniva richiesta al tempo, formavano dei veri e propri guerrieri del corpo e della mente. Questo portava ad avere un rapporto strettissimo e quasi familiare tra allievo e maestro. Nei secoli successivi, con l’aumento della popolazione, e con il miglioramento delle condizioni di vita dovute allo sviluppo politico e tecnologico delle civiltà, le arti marziali subiscono un’ulteriore trasformazione, stavolta molto più radicale e profonda, che le porterà ad essere considerate dei metodi di allenamento militare oppure delle semplici discipline sportive. In questa nuova ottica, avviene una vera esplosione del numero di praticanti che porterà all’esigenza di dover codificare e regolamentare ciò che è nato senza codici e senza regolamenti. Ed è proprio in questo periodo che cominciano ad apparire grandi federazioni nazionali ed internazionali che grazie all’enorme quantità di praticanti diventeranno sempre più potenti e sempre più numerose. All’interno di esse poi, viste le loro dimensioni, la figura del maestro diventa semplicemente l’apice di una forte gerarchia occidentalizzata formata da altri maestri, istruttori, assistenti istruttori, ecc, formati ed esaminati da commissioni più o meno qualificate. Quì nasce il grande problema di uno sviluppo sostenibile, senza perdita della qualità e della tradizione orientale. Purtroppo i grandi interessi economici, che anticamente erano distanti anni luce dalle arti marziali, nel nostro contesto moderno guidano e indirizzano le scelte dei praticanti portando a forti contraddizioni, come ad esempio la presenza incomprensibile e contemporanea di numerosi campioni da ring nazionali e internazionali di una stessa disciplina (ma di federazioni diverse), la nascita di sessioni di esame di gruppo a pagamento, corsi per istruttori che in poche ore di insegnamento portano alla consegna di attestati altisonanti, costose iscrizioni a federazioni più o meno valide, ecc. Sia chiaro, esistono delle sanissime realtà anche nel mondo attuale. Ma noi riteniamo che le arti marziali siano altra cosa: quelle originali dei tempi antichi. Innanzi tutto l’arte marziale non era uno sport, non aveva delle regole di punteggio, degli arbitri e nemmeno dei ring. L’arte marziale era l’arte del combattere, e come sappiamo in guerra c’erano ben poche regole, per lo più basate sulla coscienza umana. Nell’arte marziale non esisteva il rapporto tra allievo e federazione, ma esisteva il rapporto strettissimo tra allievo e maestro. Il maestro non esaminava il proprio allievo durante una seduta d’esame, ma durante tutta la sua vita marziale. Il maestro non dava diplomi, coppe e medaglie, ma infondeva la propria sapienza all’allievo meritevole e lo dichiarava pronto o non pronto per imparare nuove conoscenze. L’allievo in cambio contribuiva con le proprie limitate risorse economiche alla sussistenza (e non all’arricchimento) della scuola e rispettava senza esitazioni le regole imposte dal proprio maestro. Questi sono i semplici principi fondanti delle arti marziali, e noi vogliamo perseguirli ancora oggi, pur sapendo di dover lo stesso coesistere con la realtà moderna e occidentale che comunque ha contribuito positivamente alla divulgazione a livello planetario di conoscenze antichissime e in precedenza nascoste gelosamente. Per concludere, riteniamo che rispettando e seguendo rigorosamente questi principi risalenti a molti secoli fa, l’allievo moderno possa affrontare tutte le sfide, tanto quelle più antiche come la difesa personale e il rafforzamento dello spirito, quanto quelle più moderne come le competizioni sportive e la realizzazione nella vita di tutti i giorni.
Come tutte le altre arti marziali e gli sport da combattimento, anche il Muay Thai in tempi moderni ha subito una forte modernizzazione dovuta alla nascita di molte federazioni che, oltre a contribuire allo sviluppo dell’arte a livello mondiale, hanno anche reso molto difficile districarsi e capire quali siano le realtà più o meno serie e più o meno riconosciute. Partendo ovviamente dalla Thailandia, nei primissimi anni ’90 si profila l’esigenza di creare un organismo che possa regolamentare l’ambito professionistico del Muay Thai in patria, ma soprattutto nel mondo, dove il proliferare di federazioni e titoli mondiali senza alcun valore cominciava a diventare critico, allontanandosi sempre più dalla vera tradizione. Nasce così il World Muay Thai Council (WMC), sotto il patrocinio del Governo Thailandese, del Ministero dello Sport e di Sua Maestà il Re di Thailandia. Successivamente, dopo lunghe contese tra le varie organizzazioni già esistenti, viene creata anche l'International Federation of MuayThai Associations (IFMA), con lo scopo di regolamentare e sviluppare l’insegnamento del Muay Thai a tutti i livelli, a partire da quello amatoriale, con l'obiettivo finale di portare il Muay Thai alle Olimpiadi, risultato che grazie al suo rafforzamento e al suo riconoscimento da parte del Comitato Olimpico Internazionale e al diretto collegamento con il World Muay Thai Council, è ormai in procinto di realizzarsi. Anche in Italia la situazione risultava molto complessa, a causa della presenza di numerose “federazioni” nazionali, che con colpi più o meno duri si sono contese per molto tempo il titolo di unico organismo ufficiale. Finalmente, dopo molti anni, la Federazione Italiana KickBoxing Muay Thai Savate ShootBoxe Sambo (FIKBMS) ha trovato l’intesa per la riunificazione ed il riconoscimento da parte di IFMA, WMC, CONI, CIO ed elaborato un percorso unico per far crescere nel migliore dei modi questa arte marziale anche nel nostro paese.